Hai mai sentito parlare di "selfie", "influencer" o " cyber attack"? Sono parole che non esistevano fino a pochi anni fa, ma che ora fanno parte del nostro vocabolario. Sono neologismi, cioè parole o espressioni nuove che vengono incorporate in una lingua.

I neologismi nascono da diverse fonti, come la tecnologia, la scienza, la cultura o la moda. Riflettono i cambiamenti che avvengono nel mondo e ci aiutano a comprenderlo meglio.

Ecco un elenco di 10 neologismi che definiscono il mondo contemporaneo:

Boomer

Questa parola è in realtà una forma abbreviata di baby boomer, e fa quindi riferimento alla generazione di età compresa tra i 52 e i 70 anni. Viene usata ampiamente con un certo spregio ed in senso ironico, e da generazioni molto più giovani: queste vedono i boomer come difensori di modi di pensare superati e spesso nocivi, come una generazione che, avendo anche avuto una vita più comoda, lascia in eredità un mondo incerto e bruciante. 

Meme 

Questo termine è stato coniato dal biologo britannico Richard Dawkins nel suo libro Il gene egoista (1976) per indicare “un’unità di informazione culturale che viene trasmessa da un individuo all’altro, anche da una generazione all’altra”, alla maniera dei geni. Il termine deriva dal greco antico mímēma (“imitazione”, “copia”). In seguito, lo scrittore e attivista digitale Mike Godwin ha utilizzato il termine nel contesto di Internet per indicare le piccole vignette umoristiche e fortemente ironiche, siano esse immagini o piccoli videoclip con leggere variazioni, che circolano sul web. Un meme, infatti, è innanzitutto una forma di comicità contemporanea.

Taggare

È proveniente da “tag” (“etichetta”, o l’azione di annotare o contrassegnare foto, testi o altri materiali digitali per la loro indicizzazione), una parola associata fortemente ai social media, specialmente all’azione di “taggare” qualcuno in una foto, contrassegnandone dunque la presenza in essa. Questo crea un’etichetta con il loro nome e un link al loro account. 

Woke

Questo neologismo, divenuto popolare negli ultimi tempi nel contesto delle guerre culturali e ideologiche, designa le persone con un atteggiamento critico nei confronti delle ingiustizie e delle disuguaglianze razziali, di genere, economiche, politiche e persino ecologiche. Il termine “woke” è la forma past simple del verbo to wake (svegliare) e il suo uso con questo significato ha avuto origine negli anni ‘60 durante il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.

Avatar

Questa parola si riferisce alla rappresentazione grafica dell’identità virtuale di chi fa uso di piattaforme digitali, ma anche all'incarnazione sulla terra di una divinità nella religione induista. Questo neologismo è quindi legato all'idea di apparire: sia come apparizione che come discesa di una divinità indica una sorta di corpo terreno visibile all’occhio, che racchiude e dà un’identità rappresentativa a un’entità, sia essa umana o sovrumana.

Selfie

Parola resa popolare soprattutto dai social media. Si riferisce alle foto che si condividono di se stessi, soprattutto se scattate con la fotocamera del cellulare. La combinazione di questa e di Instagram è l’essenza stessa del selfie. Il termine è entrato in uso solo all’inizio del XXI secolo. Il suo primo utilizzo noto risale al 2002 su ABC online, un forum internet di proprietà di Australia ABC. In un’epoca in cui predomina la costruzione del proprio profilo quasi come strategia di marketing personale, e in una forma tipicamente virtuale, questa parola è diventata altamente significativa ed emblematica dei nostri tempi, come ha dimostrato l'Oxford Dictionary dichiarandola “parola dell’anno” nel 2013.

selfie

LOL

“Ridere ad alta voce”, o “Ridere Sonoramente” in italiano, si usa per sdrammatizzare qualsiasi tipo di affermazione e per indicare che c'è qualcosa di divertente o ridicolo. Serve a sdrammatizzare le situazioni ridendoci sopra, ed è un'espressione che appartiene principalmente al linguaggio scritto e digitale. È stata usata per la prima volta in Canada negli anni ‘80, pare in una newsletter elettronica del 1989.

Spam

Come “phishing”, la parola inglese “spam” è stata adottata in tutto il mondo per descrivere le e-mail non desiderate inviate in massa, spesso a scopo di marketing. Ma la parola “spam” risale al 1937 e a un marchio di carne lavorata in scatola. Durante la Seconda Guerra Mondiale e gli anni di austerità che seguirono, quando la carne fresca era difficile da trovare, lo spam era comune sulle tavole americane e britanniche. Anche negli anni ‘70, le frittelle di spam (spam fritto in pastella) venivano regolarmente servite ai bambini nelle mense scolastiche. La maggior parte delle persone che hanno provato lo spam sa perché è un nome così appropriato per la posta indesiderata.

Casting

Questa parola, usata anche in italiano, si riferisce al processo di selezione di attori o modelli per un progetto. Ha origine dal verbo “to cast”, che ha diversi significati e che in questa occasione è stato preso a formare un sostantivo anziché un verbo. Viene regolarmente utilizzato in ambienti legati alla moda e al mondo del cinema e del teatro.

Influencer

Questa parola appartiene ovviamente all’era dei social media. Dà il nome a coloro che si dedicano a documentare il proprio stile di vita o uno specifico talento o prodotto sui social network, soprattutto Instagram e TikTok. Deriva dal verbo “influenzare”, poiché l’obiettivo di coloro che descrive è quello di accumulare - letteralmente - follower da influenzare come consumatori.